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Ciascuno al suo posto.

Nei giorni trascorsi, nel tentativo di aumentare la visibilità e la reperibilità del mio blog, ho fatto delle ricerche nel web. Ho scoperto che Quora, una piattaforma forum dove gli utenti pubblicano domande e risposte su una vasta gamma di argomenti, poteva fare al caso mio. Mi sono iscritto, ho scaricato la applicazione sullo smartphone, ho selezionato gli argomenti di mio interesse, ho letto alcune domande e ho risposto. Nelle risposte, ho colto l'occasione per segnalare con un link la possibilità di leggere il mio blog, questo blog, appunto.

Il giorno seguente, al risveglio, leggo la risposta del proprietario di un filo di discussione (thread). Questo grande scrittore, vincitore di rinomati e innumerevoli premi di alto profilo, con fare elegante, comprensivo e squisitamente garbato, col fare di chi non ha dimenticato i modi educati, la gentilezza, l'affabilità e la possibilità che possano esistere esseri umani con idee, aspirazioni e voglia di fare meritevoli quanto e più dei suoi, ha giudicato negativamente la forma del mio intervento. Ha ravvisato, per la precisione, un'infelice scelta lessicale nel mio commento, riuscendo a fare del proprio gusto personale, una legge dal respiro universale, un dogma dai contorni indefiniti che abbraccia l'esperienza umana a tutte le latitudini, un archetipo antropologico che spiccia casa a Sir. James Frazer. Quindi, il bardo ha previsto con largo anticipo il colossale fracasso del mio progetto.

Purtroppo per lui, nella mia risposta ho dovuto chiedergli di modificare il post, che tanto ferocemente difendeva, dagli errori morfosintattici che lo caratterizzavano. Quel post che avevo letto e commentato, presentava errori. Alla prima lettura, avevo soprasseduto. Nella risposta, ho inteso chiarire i ruoli e mettere barriere.

Come ho scritto in precedenza, non lasciate che vi chiudano il becco! Non lasciate che vi mettano all'angolo. Non permettete a nessuno di giudicare il vostro lavoro, il vostro operato o, peggio ancora, i vostri sentimenti e le vostre emozioni, la vostra sensibilità, in maniera gratuita, senza confronto reale, senza scambio mutuo, senza permesso. Se non c'è mutua crescita, se manca la volontà reciproca di mettersi in gioco, non sprecate tempo né fiato. Questi grandi illuminati vivono nell'ombra e sfruttano la luminosità altrui per proiettare immagini grandiose di sé. Si tratta spesso di vinti. Vinti dal dolore, dalla rabbia, dal rancore. Vinti dalla vita. Gente che non ha saputo cogliere le opportunità ricche di crescita e maturazione personale, umana e spirituale.

Cordialmente, con garbo e con il tono giusto, mettete ciascuno al proprio posto. Continuate a scrivere. Continuate a leggere. Continuate a sbagliare. Non smettete mai di imparare dagli errori.

Il forum resta uno strumento valido e prezioso, nonostante questi divertenti incidenti. Consultatelo se siete curiosi.

 
 
 

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