Draghi o Viverne?
- Alessandro Granieri
- 15 feb 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Ho recentemente acquistato un libro consigliato da una casa editrice a tutti quanti volessero cimentarsi con il genere fantasy. Si tratta di Incanto, di Michele Bellone con un'introduzione di Licia Troisi. Si tratta di un saggio che vuole spiegare come per il worldbuilding sia fondamentale la scienza. Per la fantascienza, insomma, è fondamentale conoscere o rifarsi alle verità scientifiche. La creazione di mondi fantastici nei quali ambientare la narrazione e con la quale, aggiungerei, rendere coesa e coerente la narrazione stessa, è un elemento di primaria importanza per tutti gli scrittori di fantasy. L'immagine a corredo di questo breve post, rappresenta un dipinto di Paolo Uccello dal titolo "San Giorgio e il Drago". Si vede, infatti il santo guerriero, infilzare il mostro alato che, si accascia agonizzante.
Quello rappresentato, però, scopro essere una viverna, non un drago. Queste bestie assomigliano molto ai draghi ma hanno due zampe posteriori, invece di quattro, e due ali. Sono molto comuni nell'araldica inglese, scozzese e finlandese, e presenti in numerose saghe fantasy, da Dungeon&Gragons a Final Fantasy. Anche la Ragazza Drago di Licia Troisi ne usa un esemplare, come antagoniste malvagie dei draghi.

Anche il mio racconto, sebbene incentrato sulle rune norrene, ha le viverne che diventano, in alcuni episodi, veri e propri protagonisti delle vicende. Al momento, le viverne sono quattro: Lyfth (aria), Aeth (fuoco), Wator (acqua) e Dyrt (terra). I nomi sono tratti dall'inglese antico, in linea con l'origine e la provenienza delle rune. Queste viverne, regolano i quattro oettir runici, o campi runici dell'aria (FutharK), della terra (GunajiE), del fuoco (EpasteB) e dell'acqua (EhmalioD).
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